A Graceland, nella casa immortale di Elvis Presley | Elle Decor

2022-10-09 21:53:32 By : Mr. Charlie Sun

In vista dell'uscita del film "Elvis", ecco la storia dell'abitazione di Memphis: attrazione senza fine degli ammiratori di tutto il mondo

Elvis, il film presentato a Cannes quest'anno e diretto da Baz Luhrmann, è pronto a trasferire dalla realtà al grande schermo una casa tuttora visitatissima: Graceland. Così, mentre il mondo si prepara a essere travolto da una Elvismania - si può dire? - senza capo né coda, sicuramente contagiosa, l'abitazione che ospitò per venti lunghi anni la voce senza tempo del rock 'n roll statunitense si conferma tappa sacra, ambitissima, per fan e non solo. Vero è che, al pubblico, le porte della villa di Memphis furono aperte per la prima volta il 7 giugno 1982, ma la casa ha una storia ben più lunga. Costruita nel 1939, solo a partire dai gloriosi Anni Cinquanta (più precisamente dal 1957) accolse il personaggio pubblico abbracciandone personalità e ambizioni artistiche. Imponente è la parola che la descrive meglio. Fra terreni, scuderie ed edifici, la maxi proprietà si estende (ancora oggi) su una superficie di 6 ettari. Vanta 23 stanze, fra cui 8 camere da letto che Elvis Aaron Presley metteva a disposizione dei suoi ospiti (e dei suoi genitori). Il cosiddetto King la acquistò per 100mila dollari - una cifra da capogiro considerato il valore del soldo a metà del secolo scorso. Certo, con le lancette dell'orologio ferme a oggi, se la villa fosse in vendita costerebbe circa 10milioni di dollari al fortunato portafoglio. O forse di più, visti i profitti che se ne ricavano di anno in anno dal pellegrinaggio degli ammiratori di tutto il mondo.

Dagli esterni agli interni, lo scorrere del tempo non ha cancellato la personalità di Elvis: per esempio, a definire i confini della proprietà ci sono ancora gli stessi cancelli scelti dalla rockstar in persona e installati un mese dopo l'acquisto - il 22 aprile 1957, stando alle cronache ufficiali. Si racconta che quei recinti di metallo, realizzati su misura da John Dillars, vennero dipinti di rosso - e cioè con il colore preferito dalla rockstar - attirando una moltitudine di fan che cancellarono l'idea di quiete e tranquillità abbinata a Graceland. Quando la strada fu nominata Elvis Presley Boulevard, tutti sapevano, ormai da tempo, chi fosse il proprietario della villa. Al di là della soglia dei cancelli, il rosso caratterizza tuttora anche le stanze attribuendo agli ambienti una teatralità da cinema americano. E dunque, nonostante Graceland, oggi, non sia più pari pari a come Elvis la lasciò nel malaugurato giorno della sua scomparsa (il 16 agosto 1977), la personalità vistosa si rispecchia negli arredi kitsch, nei divani dai dettagli dorati, nelle porte capitonné. Le finestre esibiscono una serie di disegni raffiguranti pavoni vistosissimi - realizzati negli Anni Settanta dalla fidanzata dell'epoca, Linda Thomson.

Ovviamente, la musica aveva e ha un ruolo centrale nella pianta. Al di là del salotto, il regno delle sonorità era ed è una music hall blu e bianca con un divano che - si dice - sia stato scelto proprio da Elvis. Fra gli altri arredi originali, c'è anche un tavolo da pranzo in marmo nero. La cucina è la stessa del passato fra luci a sospensione in stile Tiffany, mobili di legno e moquette in stile americano. Nella sala TV ci sono tre televisori - a quanto pare, l'idea di allineare gli schermi gli uni accanti agli altri era stata ispirata alla Casa Bianca nel momento in cui era abitata dall'ex Presidente Richard Nixon. La camera privata di Elvis Preseley non è accessibile al pubblico, nemmeno quella della figlia Lisa Marie. Tuttavia, il letto in pelliccia bianca, che piaccia o no, è una delle installazioni più stupefacenti della villa e viene ammirato come se fosse un'antica reliqua. Ma veniamo alla Jungle Room. Senza alcun dubbio stanza preferita di The King, si tratta di una camera che sintetizza la perfetta definizione del kitsch americano, intrecciando una serie di materiali dalla prestazione decisamente diversa: la pietra naturale, il legno laccato e i tessuti. Qui, fra troni tribali e tonalità total red, Elvis Presley incise una buona parte del suo ultimo album: Moody Blues. Ma Graceland, oltre a raccontare una fetta di vita del Re senza tempo, è anche una galleria privata che custodisce ed espone gli oggetti più preziosi appartenuti al cantante, ballerino e pure attore. Negli interni della villa di Memphis, ci sono teche con abiti celeberrimi - famosissimo il completo bianco indossato per l'esibizione di If I Can Dream al Comeback del 1968 -, con chitarre e pure automobili. In particolare, un corridoio esibisce con fierezza una Cadillac dalla carrozzeria rosa shocking - un simbolo della vita del King. Si chiama Gladys ed è la macchina che Elvis regalò alla madre quando iniziò a diventare famoso e a mettere via i primi soldi. La Mecca dei fan resta, però, la Hall of Gold: e cioè lo spazio che raccoglie tutti i dischi d'oro e i 3 Grammy collezionati durante la carriera.

Purtroppo Graceland è anche un brutto ricordo. Il bagno, oggi inaccessibile al pubblico per ovvie ragioni, resta uno degli spazi più emblematici e dolorosi della vita di Elvis Presley. Un mix di droghe letali si portò via, proprio lì sulla moquette rossa, l'anima tormentata che abitava il corpo ormai malato seppure pieno di abilità. All'epoca, fra le lacrime di tutto il mondo della musica e non solo, il padre decise di far seppellire la salma, in totale segretezza, in un luogo che lo showman amava: il Meditation Garden, accanto alla piscina e molto lontano dall'ingresso principale. I genitori, oggi, giacciono accanto a lui. In seguito alla sua scomparsa, Priscilla, la ex moglie, ristrutturò la villa con l'idea di farla risplendere come ai tempi in cui il matrimonio funzionava, prima del divorzio. E, così, questa casa resta immortale. Proprio come il suo proprietario.